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mercoledì 21 agosto 2013

Le parole sono importanti

In questi giorni ha compiuto sessant'anni Nanni Moretti, il mio regista preferito.
No, forse in realtà è come attore che lo preferisco.
O meglio, come sceneggiatore, perché quel che apprezzo di più sono le cose che dice, che fa dire a Michele Apicella, il suo alter ego in molti film.
Le parole sono importanti è una lezione che tutti dovremmo tenere a mente.
Perché qui si parla troppo spesso a vanvera.
Si inizia un post senza sapere dove andare a parare.
Incontri un caro amico che non vedevi da anni, e dici solo sciocchezze sui capelli e il tempo.
Ti invitano a un matrimonio, e sul biglietto non riesci a scrivere altro che augurissimi.
Poi, tra parentesi, ci vai a quel matrimonio, e se volevi raccontarlo, il nome del post avrebbe potuto essere Guantanamo wedding, otto ore di tortura a 150 euro, gli sposi che arrivano alle 16 (tu sei lì dalle 13.30 pensando - sperando di avere fatto tardi), il tavolo con sconosciuti amanti della Falanghina del Cilento e nemici della conversazione sensata, che poi la conversazione sarebbe stata comunque impedita dalla cantante chiattona neomelodica imbustata in un vestito tre taglie più piccolo che non sai se gli acuti li lanciava per la canzone o per il dolore, le pietanze talmente banali che il cuoco si era vergognato di dare loro il nome giusto (il tripudio del dio poseidone=cozze; il corteo di biancaneve=mozzarella; i soffici cuscini del gusto=ravioli stantii, e così via), e camerieri che ti urtavano, fotografi che ti riprendevano a futura memoria come in un grande fratello ogni volta che provavi a fatica a ingoiare un boccone vincendo la comprensibile ritrosia ...
Ma torniamo a noi, alle parole.
A quei film che hanno contribuito alla mia formazione, a quell'impegnato disincanto che costituisce l'ossimoro da cui non riesco a liberarmi, la mia ossessione, quel voler dare a tutti i costi un senso alla vita e poi non impegnarsi mai a fondo, essendo sostanzialmente indifferente il risultato, piuttosto il percorso.
Al dubbio amletico del non sapere se sia meglio esserci o non esserci.
Hai ragione, Nanni, le parole sono importanti.
E' che ogni volta non ricordo quali.





7 commenti:

  1. per un attimo ho pensato che il tuo dubbio amletico fosse “meglio esserci o farci?” :)
    gustoso il resoconto di una tipica festa di matrimonio al sud.
    delizioso divagare di una mente che – posto che le parole sono importanti – non ha ancora deciso se valga sempre la pena pronunciarle o se sia più conveniente centellinarle?
    se le prime a venire alla mente siano da preferire a quelle meditate a lungo?
    se siano più utili a spiegare noi stessi o a meglio mimetizzarci?
    di certo sono sprecate se utilizzate per domande oziose, eh?! ;)
    saluti. m.

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  2. Da quando ho un blog, ed ormai sono molti anni, dove ho avuto più difficoltà con le parole non è stato nei post (talvolta meditati a lungo, altre di getto, sta al lettore preferire!), ma nel rispondere ai commenti gentili, lusinghieri. Che lì proprio non sai che dire, se ti scrivono che il post era molto divertente, dovresti far ridere anche nella risposta e invece non ti viene mai la battuta giusta, e così via. Sarebbe stato meglio non rispondere affatto per non rovinare tutto? E, dunque, parafrasare Nanni Moretti: Mi si nota di più se rispondo o se non rispondo? Dubbio che ho capito essere stato talvolta anche di chi mi ha letto, se commentare o meno. Per questa ipotesi, io preferisco sempre i commenti, positivi, negativi, che parlino d'altro, li apprezzo tutti. Mi sento meno solo, e mi viene voglia di scrivere ancora.
    Grazie, quelle sì che per me sono sempre parole importanti, mai e poi mai oziose :)

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  3. Io son qui per commentare, perché così poi posso leggere, allora. Far caso alle parole è già un gran passo; c'è chi non lo fa mai. Io lo faccio a volte e non è che sempre mi viene bene... nel senso che spesso stento a capire, a volte stento a dire, ma son limiti miei personalissimi ed il mondo non può farci nulla, non ha colpe. Però ci provo, giuro. Qui mi vien facile, capire, e questo non è un complimento, sia chiaro. Potrebbe essere un'affermazione che in qualche modo ti equipara al mio livello di comprensione, il che potrebbe risultare anche un insulto. Detto questo, forse era meglio se stavo zitta, ma lo è forse sempre, quindi... non è che posso sempre star qui a chiedermi se è meglio se sto zitta, perché sparirei dall'/nell'etere e se anche non sarebbe poi un gran danno, a me un po' scoccerebbe, perchè a volte mi piace essere, esserci, ecco. Son egocentrica? Autocentrata? Son labile? Pazienza. Ma smettiamola di parlare di me... scrivimi un post, così cambio argomento.

    SAM

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  4. Ma in fondo nei post parlo sempre di me, e dunque di te, e di tutti :)

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  5. Ogni riferimento è puramente caUsale.

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  6. Ah, ecco... volevo ben dire!
    SAM

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