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domenica 23 febbraio 2014

Quasi quasi mi faccio un selfie

Càpita che una parola inedita entri di colpo nel lessico quotidiano, e che tutti si affrettino ad usarla, quasi si trattasse di un aiuto della divina provvidenza per poter finalmente definire qualcosa fino ad allora anonimo.
Non è il caso di "selfie", il termine con cui da qualche tempo si definiscono le foto scattate a se stessi e postate sui social network. Infatti, fino ad ora non è che, per definirle si usassero perifrasi del tipo "no, sai ho postato quella fotografia che mi sono fatta da solo". Semplicemente si parlava di autoscatti.
E' una tendenza, una moda, che fa proseliti, la parola amplia la sua copertura onomastica.
L'altro giorno la famosa giornalista 84enne della CBS, Barbara Walters, ha confessato candidamente di fare talvolta uso di un vibratore. In realtà, ha detto all'intervistatrice scherzando, io non lo definisco così, lo chiamo "selfie".
Insomma, con questo termine definiamo ormai tutto ciò che facciamo a noi stessi.
Anche se ci facciamo schifo da soli potremmo dire che è un selfie.
Ma nel nostro paese, nella nostra classe dirigente, è una confessione che difficilmente sentiremo.
Quelli neppure la benzina si mettono da soli.
L'unico selfie che ancora mi concedo.
O meglio, l'unico che anch'io ammetto.
Uno dei due, in verità.
L'altro è questo blog, sei anni di sedute di autocoscienza che spaccio per post.
Mentre non è altro che ansia di lasciare una traccia del momento.
Un'immagine di me stesso che possa resistere alla feroce corsa del tempo.
A pensarci bene, nient'altro che un autoscatto.
Anche se questa parola non suona alla moda come un selfie.


5 commenti:

  1. pose cretine, perlopiù, quasi a esorcizzare l’angosciante paura di rendersi ridicoli: vi faccio ridere io prima che lo facciate a mia insaputa. che, diciamolo, non è del tutto astrusa come strategia.
    belli, invece, nel senso di interessanti, certi scatti “parziali”. i dettagli di se’ che probabilmente sfuggirebbero allo sguardo d’insieme, che – si sa – più spesso ci si sofferma sui “soliti” aspetti…
    come certi post (e parlo anche dei tuoi, chetelodicoafare). brevi, a volte artatamente sfocati, fatti perché altri aguzzino la vista o magari vi dedichino un secondo sguardo per mettere meglio a fuoco…
    l’autoscatto. il vedersi ritratti nelle foto. quello mi fa sempre pensare… è la possibilità (impossibile) di vederci come ci vedono gli altri? di capire se traspare quel che vogliamo nascondere o se, al contrario, riusciamo a mostrare quel che vogliamo sia evidente di noi? e lo scoprire che nelle foto non siamo mai come ci vediamo nello specchio
    divago, lo so. "una traccia del momento" sarebbe il punto. ma devo mettere a fuoco meglio :)
    m.

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  2. A memoria ricordo di avere scritto altre due cose sull'argomento, una più seria, di sicuro su questo blog e la trovi nella colonna a destra, "smorfie nelle foto". L'altra, non so dove, che prendeva le mosse da Pirandello, ma parlava del mio naso e di chissà cos'altro ... Posso dirti che il commento era migliore del post? :)

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    1. per forza. non era un autoscatto, bensì una foto "posata" e pure fotoshoppata!
      :))
      m.

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  3. Autoscatto è meglio, anche se vuol dire la stessa cosa... ed è illuminante la definizione di post come autoscatto. E' un po' come quelle cose che si sanno, ma finché non vengono dette nel modo giusto, non risultano chiare. Forse capita solo a me, che son lenta...
    SAM

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    1. Non sei lenta, semplicemente hai messo il timer dell'autoscatto :D

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