C'è un cd di Mark Knopfler, c'è una macchina veloce,
c'è la voglia di andare via e non tornare più.
E la strada scorre, dai finestrini la mia vita di ieri e di oggi.
La banca che gode del mio scoperto.
Il benzinaio col gasolio a 1,80.
La casa di quella donna che una volta era la mia ragazza.
Il liceo dove meritavo 60 ma ebbi 48
perchè mio padre era un postino e non un avvocato.
L'edicola che ha sempre finito i miei fumetti.
Il gatto nero che non riesco ad investire.
Le targhe delle auto che mi stanno davanti,
lo sciocco giochino della somma dei numeri che danno sempre lo stesso risultato.
Quel vecchietto che chiede sempre il passaggio, dove mai dovrà andare ...
E l'aria calda, le zanzare redivive,
dove cazzo se ne stanno in inverno? chi le ha mai viste?
loro sì che hanno trovato il modo di ricaricare la spina
lontano da tutto e da tutti
mentre io, chiuso in macchina, farfuglio appresso al cantante
col mio inglese fortemente campano,
e mi illudo in questi dieci minuti di traffico in centro prima di arrivare al lavoro
di riuscire ad andare via e non tornare più.
E intanto il tempo passa, si avvicina il mio quarantatreesimo compleanno, e, a 24 ore di distanza quello dei sette anni di mia figlia. Che, previdente, sul suo diario alla data del 10 marzo, ha scritto: "ricordarsi di divertirsi".
Mai che ci avessi pensato io, il solito smemorato.
P.S. Il titolo di questo post è una canzone di Gigi d'Alessio, per la sola ragione che il titolo dell'ultimo post era una frase di Lucio Dalla e proprio stamattina abbiamo visto com'è andata a finire.