Non perché questi nuovi pezzi non siano belli. Sono oggettivamente perfetti.
Sarà che questi vent'anni sono passati per entrambi.
E quel che eravamo non lo siamo e non potremo più esserlo.
Come raccontavo in questo post di tre anni e mezzo fa, illudendomi per una notte.
Martedì, 03 Agosto 2010
"è con questa
canzone che faremo adesso,
che tutto è cominciato, vent'anni fà"
Ligabue pronuncia queste parole e attacca il riff di chitarra di Balliamo sul mondo.
E c'eravamo anche noi, vent'anni fa, a ballare sul mondo. Io e il mio amico Walter, nella nostra 126 bianca, sul lungomare di Ascea, con lo stereo a palla, a fingere di ripetere procedura civile - l'esame fra qualche settimana - ma in realtà a memorizzare quegli straordinari pezzi.
Leggere la track list del primo album di Ligabue giustifica la convinzione che il primo album, come il primo romanzo (e il primo amore?) è sempre il migliore. Perché in quello fai la summa di tutte le esperienze passate, hai avuto tutta la vita fino ad allora. Mentre il secondo (album, romanzo, amore) godrà soltanto del lasso di tempo trascorso dal primo. Un tempo infinitamente minore. Un tempo di seconda mano.
Non è tempo per noi, Piccola stella senza cielo, Bar Mario, Bambolina e barracuda, Balliamo sul mondo.
Tutte in quell'album. A tacere di Sogni di rock & roll, proprio quello che vivevamo in quell'estate del '90, appena ventenni, con tutta la vita davanti, a spingerci forte verso il futuro, verso il domani.
E la sera quei pezzi ci accompagnavano nelle feste, nei falò, nelle serenate, nei baci, nelle corse a perdifiato, insomma in tutto quello che poteva venire fuori mescolando chitarre, canzoni, emozioni e la voglia di vivere dei vent'anni.
E il primo concerto di Ligabue, a Napoli. nel 93, e quello di Palinuro, davanti a non più di cinquanta persone, la maggior parte delle quali eravamo noi e i nostri amici.
Sono ancora orgoglioso di esserci stato in quel concerto, di quella tournè in cui il Liga ha scritto, poi, che aveva pensato di dover smettere, perché non se lo cagava nessuno. Noi sì, Luciano. Sicuro.
E infatti, vent'anni dopo siamo ancora qui a sentirti. Salerno, stadio Arechi. Ci vedi in mezzo a quelle trentamila persone?
Siamo quelli lì, nella tribuna numerata e coperta, troppo vecchi per il prato, e per rischiare l'acquazzone previsto dal Meteo. E infatti, quando alle 23 esatte attacca a piovere, noi siamo lì, tranquilli. Poi smette e lasciamo il nostro comodo rifugio, con nelle orecchie e nel cuore sempre quei vecchi sogni di rock & roll.
Certo, poi si metterà a piovere a dirotto nel tragitto fra lo stadio e il parcheggio. Tanto da dover tornare a casa guidando in mutande, comunque cantando. Ma questa è un altra storia. E un altro modo di sentirsi leggeri.
Come può succedere solo certe notti ...
che tutto è cominciato, vent'anni fà"
Ligabue pronuncia queste parole e attacca il riff di chitarra di Balliamo sul mondo.
E c'eravamo anche noi, vent'anni fa, a ballare sul mondo. Io e il mio amico Walter, nella nostra 126 bianca, sul lungomare di Ascea, con lo stereo a palla, a fingere di ripetere procedura civile - l'esame fra qualche settimana - ma in realtà a memorizzare quegli straordinari pezzi.
Leggere la track list del primo album di Ligabue giustifica la convinzione che il primo album, come il primo romanzo (e il primo amore?) è sempre il migliore. Perché in quello fai la summa di tutte le esperienze passate, hai avuto tutta la vita fino ad allora. Mentre il secondo (album, romanzo, amore) godrà soltanto del lasso di tempo trascorso dal primo. Un tempo infinitamente minore. Un tempo di seconda mano.
Non è tempo per noi, Piccola stella senza cielo, Bar Mario, Bambolina e barracuda, Balliamo sul mondo.
Tutte in quell'album. A tacere di Sogni di rock & roll, proprio quello che vivevamo in quell'estate del '90, appena ventenni, con tutta la vita davanti, a spingerci forte verso il futuro, verso il domani.
E la sera quei pezzi ci accompagnavano nelle feste, nei falò, nelle serenate, nei baci, nelle corse a perdifiato, insomma in tutto quello che poteva venire fuori mescolando chitarre, canzoni, emozioni e la voglia di vivere dei vent'anni.
E il primo concerto di Ligabue, a Napoli. nel 93, e quello di Palinuro, davanti a non più di cinquanta persone, la maggior parte delle quali eravamo noi e i nostri amici.
Sono ancora orgoglioso di esserci stato in quel concerto, di quella tournè in cui il Liga ha scritto, poi, che aveva pensato di dover smettere, perché non se lo cagava nessuno. Noi sì, Luciano. Sicuro.
E infatti, vent'anni dopo siamo ancora qui a sentirti. Salerno, stadio Arechi. Ci vedi in mezzo a quelle trentamila persone?
Siamo quelli lì, nella tribuna numerata e coperta, troppo vecchi per il prato, e per rischiare l'acquazzone previsto dal Meteo. E infatti, quando alle 23 esatte attacca a piovere, noi siamo lì, tranquilli. Poi smette e lasciamo il nostro comodo rifugio, con nelle orecchie e nel cuore sempre quei vecchi sogni di rock & roll.
Certo, poi si metterà a piovere a dirotto nel tragitto fra lo stadio e il parcheggio. Tanto da dover tornare a casa guidando in mutande, comunque cantando. Ma questa è un altra storia. E un altro modo di sentirsi leggeri.
Come può succedere solo certe notti ...