Visualizzazioni totali

lunedì 9 gennaio 2023

L’intervista

L’appuntamento per l’intervista è sul lungomare di Ascea. 

Arrivo un po’ in anticipo - io arrivo sempre in anticipo - e lei non c’è ancora, nell’attesa faccio una passeggiata verso la scogliera. Ho percorso così tante volte questo tragitto che potrei quasi rifare i miei stessi passi, seguire le mie tracce. Magari mi ritroverei. Ne approfitto invece per definire meglio le domande che le farò. Parlerò del suo lavoro, certo. Ma come sempre accade saranno le risposte a orientare le domande, a scegliere al bivio quali strade imboccare. Magari vorrò sapere se i sogni al mattino li ricorda, o se si è mai chiesta perché le persone amano così tanto fotografare i tramonti e mai le albe. E come ci arriverò? Farò un gioco di parole cretino fra l’albo cui è iscritta e le


albe? Chissà.

Alla scogliera c’è parecchia gente, anche se siamo ai primi di gennaio. Ma il tempo che conta è sempre quello percepito. Ci sono diciotto gradi, è primavera, si va sulla spiaggia con un tempo così. 

Torno indietro, ormai sarà arrivata. Le chiederò anche dei termini per l’approvazione del bilancio e con quella scusa le domanderò un bilancio dell’anno appena trascorso e anche - il bilancio di previsione! - che cosa si aspetta dal nuovo. Se saranno cambiamenti, scostamenti, sforamenti, se cerca un equilibrio o se preferisce investire. Magari sorriderà a queste domande sciocche, ma non è lo scherzo il modo più semplice per dire la verità? 

Sono ormai arrivato all’altezza del lido Poseidonia, non lontano dall’appuntamento. Una coppia di anziani davanti a me cammina silenziosa tenendosi per mano. Chissà se è un sostegno o una catena, quella mano stretta. Forse potrei capirlo dal loro sguardo, ma li supero senza voltarmi: mi piacciono da sempre i finali aperti. Soprattutto quando la trama è stata lunga: che poi il tempo che conta, l’ho detto prima, è solo quello percepito. Sembra ieri che ci siamo conosciuti ed era trent’anni fa. Stiamo insieme da un anno e sembrano mille. Nella vita non c’è l’inoppugnabilità per decorrenza dei termini: può sempre finire e allo stesso tempo non è mai finita finché non lo è. 

Ecco Zucchero & Cannella, il lido dal nome improponibile: è lì che dovevamo vederci per l’intervista. È arrivata, ma è in compagnia. E non so cosa fare. Il mio solito vizio di arrivare in anticipo e di aspettare fino a far tardi. Sorride elegante come sempre mentre la brezza le accarezza i riccioli neri di medusa. Forse mi vede, non ne sono sicuro. Non voglio disturbarla ancora, continuo a seguire le mie tracce, magari stavolta mi perdo. Tanto le domande le ho preparate e c’è un bel po di strada da fare. Troverò anche le risposte. Intanto il sole sta tramontando in un incastro perfetto di colori che non ho mai visto in un’alba.

Ed ecco la prima.