A me piace molto ridere. E vederlo fare a chi sta accanto a me, sia per una battuta che ho detto, o per una cosa divertente che abbiamo condiviso. Ridere è una forma d'intimità fra le più leganti, perché si nutre del contrasto fra la profondità dell'affinità di gusto e interessi e la superficialità della reazione spontanea. Ridiamo insieme e significa che in quel momento siamo noi e nessun altro, racchiusi nel cilindro verticale che va dal brillìo in fondo all'anima ai fuochi d'artificio del cielo.
Me le ricordo, alcune risate.
Quelle a scuola, mentre ci sussurravamo all'orecchio un motto, una celia e ci si contorceva per trattenersi senza sbottare dinanzi al prof che spiegava.
Quelle al telefono, in quelle chiacchierate di ore e invenzioni e giochi di parole e test strampalati in cui nessuno di noi voleva mai smettere.
Quelle a letto, nel momento sbagliato, che poi diventava ancora più giusto.
Quelle davanti al prete, dove perfino lui si tratteneva a stento, consapevole dell'inanità di quei comandamenti, e dove il senso divino - soprattutto per lui - era composto di due parole, la prima una preposizione, e la seconda una dipendenza.
Compagni, amici, amori. Passano gli anni, e restano solo i ricordi, di quelle risate. Perché ogni rapporto, che nasce nudo e leggero, si riveste giorno dopo giorno di panni pesanti e poi arriva il caldo e non riesci a toglierli e ci soffochi dentro.
Invece lui sorride di un sorriso così ampio che gli risale sulle guance, e le labbra sembrano quelle del Joker. Chissà dov'è ora la moglie, chissà dove i figli, mollati per inseguire quel sorriso. E lei, accanto a lui, ride addirittura. Chissà se quel ghigno racchiude un pensiero, un rimorso, per il compagno e i figli sacrificati sull'altare di quella risata, del santino di quella foto di loro due, abbracciati.
Forse sono gli scrupoli, quei panni pesanti. E se riesci a toglierteli di dosso ritorni a ridere come quella mattina a scuola, come quella notte a letto.
La vita è una sola, e non sono certo io a poter dire cosa sia giusto e cosa sbagliato per gli altri. Posso solo sperare di riuscire di nuovo a sussurrarti una celia, un motto all'orecchio, e per una volta ancora trasformare il nostro momento sbagliato in quello giusto.