Cercavo una cosa che avevo perduto. Ovviamente nel posto sbagliato.
Per
caso però ho ritrovato delle agende di un po’ di tempo fa, le ho sfogliate. Ho
sempre avuto bisogno di appuntare quello che faccio, forse perché, rileggendo,
possa illudermi di aver fatto qualcosa.
Nasciamo
e per un po’ l’unica data di rilievo è quel giorno. Poi accadono cose. Cose che
ci segnano, ed altre che infatti dobbiamo segnarci altrimenti svaniscono.
Il
primo bacio. Non ho idea di quando sia stato. E nemmeno la prima volta che ho
fatto l’amore. Forse per un po’, i primi tempi, lo sapevo, poi non più. Ricordo,
invece, alcuni ultimi baci, e molto bene quelli non dati. Mi pare ne parlasse anche
un poeta.
La
data della laurea, il 24 aprile. Ma solo perché era facile, il giorno prima
della Liberazione.
Quella
del matrimonio era il 21 ma l’ho sempre confusa con l’11 settembre. Chissà perché.
Il
compleanno di mia figlia, ma solo perché è il giorno prima del mio. E lei forse
il suo allo stesso modo. In pratica siamo cappellai matti, festeggiamo i
non-compleanni.
Invece
ho nitido il giorno in cui una ragazza che mi piaceva al liceo non volle uscire
con me. Il 28 marzo. Forse anche lei, per la stessa ragione mia della laurea.
Il giorno della Liberazione. Dal mio corteggiamento.
Ricordare.
Riportare al cuore.
Dimenticare,
togliere dalla mente.
Forse
alcune cose che ci capitano si sistemano da una parte, altre dall’altra.
E
io come al solito le cose perdute le cerco nel posto sbagliato.