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venerdì 22 febbraio 2013

Di risate e lacrime

E' una vita che rido.
Come uomo, unico animale che - pare - abbia questa capacità.
Pure le iene, forse. E non è un bel precedente.

Ricordo risate a crepapelle, quelle che dopo ti fanno male gli addominali.
Con Francesco, al Liceo, quando scrivevamo la rivista "Il Palo".
Con Bernardo, il co-creatore del Tombino.
Stamattina, "Capra senza capretto" in vendita su Amazon a 41.028 euro.

E' una vita che non piango.
Che nemmeno i coccodrilli, così, per dire.
Ricordo lacrime a dirotto, non per cose serie, che quelle che piangi a fare?
Soprattutto per cazzate.
"Un mondo perfetto", con Eastwood e Costner. Quasi mi cacciavano dal cinema.

Ma in certi giorni piangere mi farebbe bene.
E smettere di far ridere, che c'ho un'età.










sabato 16 febbraio 2013

Noi guardiamo avanti

Il titolo di questo post era lo slogan che avevo creato per una campagna elettorale di qualche anno fa, in cui, come forza giovane e alternativa, ci contrapponevamo al ripescaggio come sindaco di un tizio che lo era già stato trent'anni prima. 
Ma in realtà non mi è stato mai congeniale guardare avanti. Anzi.
Amo la storia, il passato. Soprattutto il mio.
Non è che ci sia un preciso periodo della mia vita al quale io possa ricollegare una presunta età dell'oro, e che dunque mi porti a particolari rimembranze nostalgiche; più che altro preferisco l'usato sicuro.
Del resto, se non ho mai scritto un racconto di fantascienza, deve esserci una ragione.
O se continuo a pensare alle mie ex.
O se dico che voterò Beppe Grillo, ma va a finire che pure stavolta alla fine se lo becca il PD.
In fondo, da questo divano è più agevole ripercorrere l'ampio viale dei ricordi, lungo fra un mese 44 anni, piuttosto che intravedere, nelle nebbie della miopia, il tortuoso percorso residuo.
Che poi "ricordi" è una parola grossa, visto che ho la memoria di un criceto.
Più che altro si tratta di aneddoti, episodi romanzati, veri fino ad un certo punto, ma molto romantici e perfetti per un blog chiamato Due Caramelle di Resto.
Vuoi mettere, invece, gli aneddoti del presente? In cui un giudice scorbutico ha scacciato fuori in malo modo dall'aula una mia anziana collega, colpevole di essersi avvicinata prima del suo turno, e lei si è lanciata in una confusa invettiva contro i magistrati, "che ci trattano a calci in faccia e pesci in culo".
Ecco, questo è il presente. E che posso aspettarmi, dunque, dal futuro?
Se parliamo del futuro prossimo, visto che da quindici giorni casa mia è diventata un bed & breakfast per i virus influenzali, sicuramente questi ultimi vinceranno la battaglia contro i miei anticorpi.
E poi arriverà l'ennesima primavera, e io sarò ancora più nostalgico.
E l'infinita estate, con lavori di ristrutturazione all'appartamento (e la chiamano estate ...).
Tanto meglio il passato, allora.
Perché fa bene al mio intestino annoiato, specie se di spinaci.
E anche in quanto quella campagna elettorale andò a schifìo.
Alla fine tutti votarono il vecchio sindaco (compreso me che ero candidato con l'altra lista), segnale che non sono il solo che a parole vuole guardare avanti ma poi si crogiola nel passato come un pisello in un baccello. 
Quest'ultima frase copyright Stanlio e Ollio.

P.S.
Stan Laurel, sul letto di morte, disse che avrebbe tanto desiderato essere sulla neve.
Gli chiesero se gli piacesse così tanto la montagna. 
Rispose che la odiava, ma che sicuramente sarebbe stato un posto migliore di dove si trovava in quel momento.

giovedì 7 febbraio 2013

razzismo nelle grotte di Lascaux

Ieri sera sul mio divano si è tenuto un simposio sulla razza.
O meglio, questo era il titolo sulle locandine, che faceva più audience, in realtà, più che la razza, interessava il genere. Ma andiamo con ordine.
Mia figlia lamentava che un suo presunto fidanzatino (parliamo di terza elementare) aveva dato in escandescenze alla notizia filtrata in classe che un'altra compagna era innamorata di un bambino di quarta.
Da quella reazione mia figlia aveva dedotto che lui, piuttosto, amasse la compagna e, quindi, gli aveva tolto addirittura il saluto e aveva subito spostato le proprie attenzioni su un altro bambino.
Io, premettendo che non doveva azzardarsi a fidanzarsi prima dei trent'anni (si sa che i padri son gelosi!), provavo a spiegare che forse era meglio non dimostrare così apertamente i propri sentimenti, che noi maschietti siamo fatti che ci piace più l'impresa della conquista, non una cosa troppo facile.
L'interpretazione dello stesso consiglio, da parte di mia moglie, uninvited guest, è stata che "i maschi sono una razza inferiore e dunque vogliono essere presi in giro".
Non so chi abbia ragione. Ma ho una mia precisa opinione. Basata su fatti.
Alcuni anni fa, quando ancora non avevo un blog e dunque vivevo le cose che oggi invece racconto inventandole, mi trovavo nella giuria di un concorso locale per le selezioni di miss nonsocosa.
Bene, venne premiata una ragazza, effettivamente molto graziosa, ma quando fu il momento di farle qualche domanda sui propri hobby, insomma su che cosa le piacesse, lei rispose, candidamente:
"A me piacciono tanto i complimenti".
Ecco, noi saremo anche, banalmente, cacciatori, è nel nostro DNA, ci piace credere di essere stati in grado di conquistare una donna con le nostre strategie (come i Neanderthalensis con i Mammut), e magari il mammut (pardon, la donna) stava solo aspettando qualcuno che gli tosasse la pelliccia e non vedeva l'ora ... Ma entrambi abbiamo bisogno di iniezioni di autostima.
Che giungano con i complimenti, o con arco e frecce e schegge di selce, fa lo stesso.
Siamo tutti uguali, maschi e femmine.
Al massimo, per dirla con Orwell, ammetto che le femmine sono un po' più uguali.

Ovviamente, era un complimento.

venerdì 1 febbraio 2013

Analisi grammaticale

Mi piace molto, questo titolo.
Se ne potrebbe ricavare un buon post, ne sono certo.
Del resto, non faceva forse analisi grammaticale Freud, nell'interpretare i lapsus calami nel suo Psicopatologia della vita quotidiana?
Ma oggi non volevo scrivere un post, ché quello di ieri deve ancora completare il suo percorso, deve decantare almeno per una settimana, non si merita di essere subito messo da parte.
La mia intenzione odierna era di non dimenticare.
Questo.

- Papà, oggi ho dovuto fare l'analisi grammaticale di queste parole: burrone, pecora, rossetto.
- Fammi controllare. Allora, burrone ... pecora ... vediamo rossetto.
- Sì, papà: nome comune di cosa, femminile, singolare.
- Femminile? Ma ti pare che IL rossetto è femminile? E' maschile!
- Ma no, papà, ma che dici? Quello è il burrocacao. Il rossetto lo mettono solo le femmine!