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domenica 30 luglio 2017

Tra-monti sul mare

Tornavo in bici ieri dalla scogliera, dov'ero arrivato per la consueta passeggiata prima di cena.
Lungo il percorso della pista ciclabile, fra chi faceva jogging e le coppiette mano nella mano, mi incuriosì un'anziana signora.
Avrà avuto almeno settantacinque anni, minuta, occhiali, capelli a caschetto tinti di biondo, un vestito molto semplice bianco a righine blu, la pelle chiara, credo tedesca o comunque nordica.
Stava in piedi vicino alla balaustra di legno che delimita la pista dalla duna, e osservava il mare spostandosi ora più a destra, ora a sinistra.
Giunto a poca distanza notai che aveva in mano un telefonino e stava scattando fotografie al panorama, col sole ormai al tramonto.
Lo faceva con puntiglio da collezionista, decisa a immortalare ogni sfumatura del cielo al crepuscolo.
Passai oltre, ma dopo una ventina di metri mi fermai. Mi era venuto in mente che quella scena rappresentava un estremo paradosso: una donna al tramonto della vita, appassionata di tramonti.
Pensai dovesse essere una condizione invidiabile, quella di chi apprezza la propria stagione. Magari amava anche passeggiare nei boschi in autunno, a raccogliere e catalogare le foglie ingiallite staccatesi dai rami.
Fu inevitabile comparare la sua visione delle cose alla mia. Io che, invece, sono del tutto incapace di godere di ogni piacere, perché ne avverto la precarietà, e che ho sempre percepito intensamente la caducità umana, percorrendo ogni fase della mia vita sentendomi in anticipo o in ritardo, provando incongruamente nostalgia dello stesso presente che stavo vivendo.
Distratto un attimo da questi pensieri, mi volsi e l'anziana signora non c'era più. La cercai invano con lo sguardo, mi spinsi persino con la bici lungo la pensilina che conduce alla spiaggia, sospettando avesse cercato un migliore punto di scatto al di là della duna, ma niente.
Il sole ormai era tramontato, facendo posto ad un lieve chiarore anodino e quasi caravaggesco, alla luce del quale ripresi il cammino verso casa, indeciso su come interpretare quella visione. Un consiglio di ottimismo? Un presagio di serenità futura? O piuttosto la conferma che quella serenità è e resterà per me solo un fugace spettro?
Non guardai più indietro, trovai molto letterario non indagare oltre. Quella signora, come il gatto di Schrödinger, sarebbe rimasta per sempre nella mia mente, concreta e al tempo stesso diafana, come un sogno troppo vivido lascia le sue stimmate ancora a lungo dopo il risveglio.

Comunque ci torno anche stasera, la giornata è tersa, ci sarà un tramonto da favola, di quelli che vorresti non finissero mai. Di quelli che non puoi fare a meno di fotografare.