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sabato 14 settembre 2013

Aroma di Zucchero dalle porte socchiuse

Si riaccende il dibattito sulla riapertura delle case chiuse, che mi vede assolutamente favorevole, per diversi ordini di ragioni. Siccome di certo la mia opinione sarà tenuta in ampia considerazione, è doveroso esprimerla qui.
Complice la lettura in corso de "il Petalo Cremisi e il bianco" di Michel Faber, sarei assolutamente interessato alla compagnia di una prostituta come Sugar, amante della letteratura e di ogni perdizione, e tutta la magia che potrebbe avvilupparci in un sofisticato bordello vittoriano, difficilmente potrebbe esprimersi sui sedili posteriori di una Panda sul raccordo anulare.
E poi sarebbe un piacevole svago presentarsi alla ragazza di turno, vestito da generale:
"Signorina, quanto chiede per la mia compagnia?"
"Cinquanta euro".
"Mi sembra un ottimo prezzo! Compagnia a-avanti!!".
Tutto molto più sofisticato e sicuro di un incontro occasionale, magari partito dall'aver lasciato il proprio numero e una frase sconcia nella toilette di un autogrill.
Che poi, di questi tempi, lasciare numeri in giro non è mai consigliabile, non sai mai potrebbe chiamarti il Papa!
E poi, sarebbe un ritorno alla mia infanzia.
A quando vi era fiducia nel prossimo, a quando si viveva davvero in società, non come adesso che trascorriamo la massima parte del tempo nelle nostre confortevoli prigioni.
Ricordo con rimpianto quando percorrevo il corso del mio piccolo paese a qualsiasi ora del giorno e della sera e tutte le porte delle abitazioni erano aperte, dall'uscio salutavi i vicini, gli amici, i familiari, venivi invitato ad entrare e condividere il desco, le incombenze liete e quelle più caritatevoli.
Ora, invece, anche a mezzogiorno, tutte le porte sono sprangate, nessuno si fida più di nessuno, non si ha voglia più di incontrarsi, di scambiare una parola, la luce blu del televisore filtra dalle tende accostate, gli schermi dei computer, dei tablet, degli smartphone hanno sostituito la sana compagnia della conversazione.
Se dovessi scegliere, ccco le case chiuse che davvero vorrei vedere riaprirsi.
E con la mia Sugar non ci adageremo sulle soffici coltri di Silver Street, ma ci accontenteremo di discutere del prossimo romanzo di Giovanni Laurito, sdraiati sul sedile posteriore della mia Panda, vestiti soltanto delle stelle che talvolta illuminano anche il Raccordo Anulare. 

6 commenti:

  1. ho dovuto ricorrere al dizionario (online, of course) per mettere bene a fuoco le due parole a cui ho pensato leggendo il tuo post: nostalgia e rimpianto. e poiché mi sembra che non vi siano grossi indizi di reiterati piagnistei, ho deciso che la sua caratteristica principale è la nostalgia. che non è male come sentimento – a mio parere -: un coinvolgimento misurato e composto che fa scaturire un malinconico sorriso quasi di compiacimento, un inconsapevole perché istintivo rallegrarsi dell’anima per aver vissuto e/o goduto di persone/luoghi/situazioni piuttosto che auto compatimento per l’impossibilità e/o il desiderio di riviverle.
    non è esattamente la definizione del dizionario (of course); diciamo piuttosto che è come mi piacerebbe che fosse :)
    ammetto che a tale considerazione sono arrivata soprattutto grazie al (consueto) tono ironico/scanzonato del tutto .
    questo il commento. passiamo ora alle domande:
    a) il libro citato per caso indulge alle (temute) lunghe descrizioni alle quali, tempo fa, ti raccontavo di aver sviluppato una certa allergia?
    b) raccordo anulare?? ma non si andava in camporella a "discutere di letteratura"?

    buona giornata. m.

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  2. Il dizionario è un buon inizio, ma l'ottimo proseguimento è, appunto, quello di dare le proprie definizioni in maniera del tutto autonoma. Complimenti! :)
    Nostalgia è, appunto, secondo l'etimologia greca, il "dolore dell'anima".
    Ai tanti dolori del corpo (di recente ho scoperto di essere un ipocondriaco obiettivo, cioè credo di avere tutte le malattie e poi, vai a vedere, le ho!!), sono spesso afflitto da quest'ultimo, che, però,a differenza degli altri, regala una sofferenza spesso piacevole.

    E ora passiamo alle risposte
    Il romanzo citato non indulge alle descrizioni più del necessario, anzi è un'esaltante viaggio nella Londra vittoriana, pur piuttosto lungo, scritto in maniera così piacevole che non è mai noioso, anzi è un peccato smettere quando sei costretto (ad es. da tua figlia che parla in continuazione e ti riporta subito dall'era vittoriana a quella attuale, diciamo, berlusconiana?)

    Il raccordo anulare ... il GRA che ha appena vinto il Leone di Venezia ... Non lo so, io con una prostituta non ci sono mai andato (perciò surrogo con il romanzo), ma credo che molto faccia anche in questo caso l'etimologia: Anulare, da anello, a sua volta da anulus ... :))

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  3. oddio, tra "dolore dell'anima" e "rallegrarsi dell'anima" mi sembra ci sia più antitesi che sviluppo armonico, ma non mi metterò certamente a spaccare il capello :)
    del resto, come si dice? non è giusto ciò che è giusto, ma è giusto quel che te gusta :))
    m.

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  4. Il mio gatto si chiama Sugar, ma è solo il secondo nome. Tu sopperisci con il romanzo, io con il gatto, sempre in senso biblico. Esiste il senso biblico nel caso del gatto?
    SAM

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  5. Nel caso della mia gatta sì, che sforna micetti a ripetizione :)))

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  6. Ad esser sincera Sugar detto A. non ha conosciuto le gioie del sesso e l'irresponsabilità felina della procreazione, perchè è stato reso enunuco sul nascere delle sue prime turbe ormonali. Ora è è il mio placido e ignaro compagno felino e pesa due grammi in meno dalla scorsa settimana. Mi rendo conto che la situazione della tua gatta e di chi l'accudisce è impegnativa, ma dev'essere anche meravigliosamente movimentata.
    SAM

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