Singhiozzo della vita,
consonante nell'aiuola,
minaccia, in fondo ambita,
per non far cazzate a scuola.
Lo zucchero nell'acqua
(o era forse il sale?).
La medicina, magari non fa male.
L'interruzione, la prescrizione,
il tempo corso invano.
Il palloncino, scontento nella mano.
Il gatto nella scatola,
(chissà se c'è davvero?)
Il conto, vai a capo,
tanto esce sempre zero.
E, soprattutto, quei giorni
o quel minuto
in cui t'illudi
che non tutto sia perduto.
Viene da trattenere il respiro, per vedere se quell'istante che ci dedichiamo, possa dare i resti a tutta la nostra frenesia, senza far uscire l'ennesimo zero, da calcoli troppo astrusi.
RispondiEliminaIl tuo commento è molto più lucido e significativo della mia “poesia”. Potremmo fare una tournée, io ti farei da sparring partner 😉🎈
EliminaIl cavillo lessicale con cui ci illudiamo che non succeda nulla o che, peggio ancora, il tempo non passi. E invece, come dici tu, semplicemente corre invano.
RispondiEliminam.
E quel tempo era, di sicuro, un imperfetto 😊
EliminaLa sospensione...del blog, però non era contemplata... usarlo a singhiozzo è uno spreco...
RispondiEliminanon prescriverlo ma, anzi, prescrivitelo. ;)