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mercoledì 25 gennaio 2012

Storie di donne, padri e ipocondria

Amo il pane. E' il mio alimento preferito. Per questa ragione cambio spesso forno per acquistare quello che trovo più fragrante, particolare, sfizioso. In realtà non è solo quella la ragione del mio continuo esodo da un negozio all'altro. Anni fa mi servivo in un piccolissimo forno che preparava un ottimo pane; tuttavia la negoziante mi metteva in imbarazzo fissandomi ogni volta a lungo negli occhi e non so per quale ragione, per cui decisi di cambiare aria. Scelsi un forno che faceva del pane casereccio a legna, molto gustoso, ma poi la mia professione mi portò a spostarmi anche da lì, in quanto una dipendente che lavorava in nero si rivolse a me per fare causa al proprietario, e allora volli evitare che mi tirassero una pagnotta rafferma in fronte. Passai allora ad un negozio dove mi trovavo bene, gente discreta, pane che soddisfaceva il mio gusto. Se non che da qualche settimana lo gestisce una tizia che mi dà del tu dalla prima volta che mi ha visto e senza assolutamente conoscermi. E io non amo che mi sia dato del tu. Non sono più un ragazzo, non sono socievole, sorrido poco, non do confidenze: nulla che lo giustifichi. Così oggi ho cambiato ancora, hanno aperto un nuovo panificio, anche piuttosto elegante. Entro, un avvolgente odore di pane fresco è un ottimo viatico e, in realtà, anche la magnifica ragazza bionda alla cassa, che peraltro mi saluta con un "ciao"; però, magari mi conosce, è un paese di diecimila abitanti, può anche succedere, per cui non penso ancora di reagire fuggendo come con il "tu" dell'altro negozio.
Il prezzo da pagare è di un euro e quindici centesimi. Le consegno un euro e trenta (50 centesimi + quattro monete da 20) e aspetto il resto. Lei invece prende le monete, chiude il cassetto e mi dice ancora, con uno splendido sorriso, "ciao". Io rimango lì come uno scemo - intendendo dire "e il resto?" - farfuglio qualcosa del tipo "erano tutte, le monetine?", e lei, sempre sorridendo "tranquillo, non fa niente". E mi congeda. In sostanza, ha pensato che io le avessi dato di meno senza dire niente e che volevo vedere se se ne accorgeva, così ho fatto la figura del pezzente per cinque centesimi.
Domani dovrò cambiare di nuovo, chi ha il coraggio di affrontarla ancora? (Ecco, è tornato il pezzente, penserà appena mi vede ...). Devo studiare la mappa dei panificatori ... Oppure stasera quando torno a casa, mentre guardo la partita e ascolto le infinite chiacchiere di mia figlia sui compiti, i compagni, le bambole, mi metto ad impastare acqua e farina ...

Questa notte ho sognato di essermi vestito di nero, con una curiosa giacca col collo "alla coreana", e di essermi recato in udienza, dove un giudice che non conoscevo, scambiandomi per un prete venuto a testimoniare, mi ha chiamato: "Padre, si avvicini". Al che, sempre in sogno, ho risposto, signor Giudice, sono un padre putativo, in realtà sono un avvocato.
Insomma, anche sognando faccio battute di m....

Che poi, da piccolo mica volevo fare l'avvocato. Da piccolo sognavo di fare l'edicolante, per poter leggere tutti i giornaletti possibili. Poi, via via che crescevo, volevo essere, per le stesse ragioni tautologiche, un gelataio o il proprietario di un sexy shop. Oggi, a quarantatre anni da suonare e con tutti gli acciacchi veri o presunti che mi ritrovo, vorrei tanto approfittare di questo decreto sulle liberalizzazioni ed aprirmi una farmacia.

Quasi un anno fa è morto un amico e collega poco più grande di me, sposato, con due figli piccoli. Da allora quando ho incontrato la moglie per caso, per le vie del paese, indossava sempre maglioni ampii e coprenti, tuta, capelli raccolti e occhialoni neri. Da un paio di giorni - la mattina ci incrociamo sempre lungo la strada che porta al mio studio ed a casa sua - l'ho invece incontrata elegantissima, con magnifici cappelli a tesa larga, senza occhiali, truccata con gusto, i lunghi capelli neri perfettamente stirati, e vestita con capi d'alta moda. Alcune persone mi hanno detto "visto la vedova di ...? improvvisamente è tutta tirata, deve aver rimpiazzato il marito".
Io credo semplicemente che a un certo punto ci si debba per forza convincere che la vita va avanti. Certe volte, dopo certe sere nere, ho avuto anch'io la voglia di indossare un cappello a tesa larga. E non avevo rimpiazzato nessuno. Nessuno da rimpiazzare.

8 commenti:

  1. inizio a leggere.
    penso: g deve essere molto stressato in questo periodo...
    arrivo alla battuta del padre putativo e penso: ah, ecco. ora ci siamo, meno male mi stavo preoccupando.
    il cappello a larghe tese, ne ho comprato uno qualche anno fa per il puro gusto di tenerlo nell'armadio. Una volta ho preparato le uova al tegamino con il cappello in testa.
    Si, aiuta davvero a vivere meglio.

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  2. è un post di maniera, lo so ... Rileggendolo ho l'impressione che l'abbia scritto uno che mi imita male. Dovrò togliergli l'appalto a questo ghostwriter ...
    (hai mai provato a cuocere le uova al tegamino NEL cappello?)

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  3. A me è sempre piaciuto Zorro, ad esempio, che aveva quella caverna nascosta fra le montagne dove teneva il suo migliore amico: un cavallo nero. A volte mi metto il cappello di Zorro e giro di notte a cavallo del mio fido amico, a fare giustizia... e mi porto sempre una pagnotta fresca fatta in casa (onde evitare di dover cambiare panificio, che qui ce n'è comunque uno solo) e poi l'affetto con la mia spada, quando all'alba mi viene fame e rientro stanca in sella al mio cavallo nero, un po' ammaccata per le innumerevoli battaglie contro i miei nemici di sempre. E io da piccola volevo fare proprio Zorro.
    Questo tanto per dire... no?
    SAM

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  4. A me è capitato stamattina in un negozio dove ho comprato un maglione. Aspettavo il resto di 5 centesimi, ma la commessa mi ha guardato e mi ha detto grazie. Allora io ho detto, quanto costava il maglione? come per dire, eh. E lei mi ha detto, non ti preoccupare, va bene così. E ha sorriso. Anche lei.

    Saranno solo 5 centesimi, ma dà sempre un po' fastidio.
    Come siamo meschini.

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  5. @bagnarole: evidentemente quella commessa la mattina sta nel negozio di abbigliamento e poi va alla cassa del panificio ... e cinque centesimi alla volta si frega anche un terzo stipendio!! Presto, chiamate Monti che le mandi un controllo, sicuro che quella ha anche il SUV :))

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  6. @sam, secondo me tu non volevi fare Zorro, ma ti volevi "fare" Zorro, non so se mi spiego ... :))

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  7. Ti spieghi benissimo e forse, se fossi stata più sincera, l'avrei raccontata diversamente la vicenda della pagnotta, sì... Ma qui si parla di sogni fanciulli, siamo tipo, in fascia protetta, mica si può osare più di tanto.

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  8. Ah sì: scusami, mi son scordata di firmarmi, che io sono SAM, dicono.

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