Sono andato a pagare il bollo della mia 500 e quello dell'agenzia mi chiede perché non faccio le pratiche per farla dichiarare auto d'epoca. Ne avrei diritto, vista la data d'immatricolazione, e risparmierei di pagare la tassa. Pago e gli rispondo che per l'anno prossimo ci penserò.
In realtà già lo sapevo che potevo farlo, ma il problema è più complesso.
La questione è che io e la macchina abbiamo la stessa età. E, paradossalmente, più anni passano e meno voglia si ha di contarli, di dichiararli.
Io ho il vezzo di dirne, a chi me li chiede, sempre qualcuno in più, mi illudo che mi rispondano che non li dimostro. Peccato capiti raramente, e non è solo per qualche ruga in più e qualche capello in meno, ma anche perché non riesco più a stare al passo coi tempi, e si sa che da vintage a fuori moda il passo è breve. Non conosco le canzoni e i film del momento, mi sfuggono i modi di dire, non mi riconosco in nessuno dei movimenti politici attuali, non ho le emoticons su whatsapp, e così via.
E così quando sempre più spesso potresti essere anagraficamente il padre del tuo interlocutore, diventa sempre più difficile non accettarlo, opporvisi, fare come lo struzzo.
Magari l'anno prossimo la faccio davvero sta cosa dell'auto, e poi io e la 500 ce ne andiamo a fare un viaggio nei luoghi di una volta, chissà che da quei finestrini con la manovella non si possa vedere ancora quel mondo in cui ci trovavamo meglio, o almeno ci illudevamo fosse così.
Che c'è chi dice che il tempo in realtà sta fermo.
Siamo solo noi a passare.
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