Sulla terrazza della casa al mare, osservo il percorso di una
formica. Pare sappia davvero cosa fare, lei, anche quando vaga in tondo. Cerca
cibo, forse, o amore, chissà. Magari
la traccia di un compagno, un segno di appartenenza.
È qui, a pochi centimetri da me, per un attimo
penso di schiacciarla, sentirmi Dio. Un dio potente con i deboli. Un dio
vigliacco.
Decido di lasciarla andare. Chissà se lei farebbe lo stesso con me, così operosa, vedendomi invece inerte,
incapace di godere di un solo istante della mia vita.
Si avvia lungo la striscia di una mattonella,
un destino segnato, un percorso sicuro. Avevo sei anni quando decisi di non
calpestare più quelle strisce, ero proprio qui ad Ascea. Un
doc, si chiama così, disturbo
ossessivo compulsivo. All’epoca pensavo invece fosse solo un gioco, un modo di decodificare la
vita.
Si è alzato un
po’ di vento, forse non vale la pena andare in
spiaggia. Inizio a scrivere. Se davvero non sapessi godere dei momenti, non ci
terrei così tanto a cristallizzarli in racconti. È che adoro sentirmi dio, creare la mia realtà.
Forse da qualche parte nella vita vera a volte
sono felice anche io, altre volte uno stupido vigliacco. Forse l’ho schiacciata sul serio quella formica, sulla
terrazza della casa al mare.
Ecco il luogo che compete agli scrittori, agli animi sensibili.. mischiare champagne con la gassosa poi non è che sia vietato, ma su Facebook certe perle diventano come formichine schiacciate, senza neanche sapere dove stavano dirigendosi, e con quali pensieri per la testolina, e quali amori a farle fremere veloci... grandissimo Giovanni!
RispondiEliminaVuoi dire che scrivere dall’altra parte è un po’ da cicale? In parte è vero, ma non sempre. Per esempio, ci sei anche tu. E voglio perdermi la possibilità di averti due volte fra i commenti? Grazie, Franco, della immeritata stima ☺️
EliminaO certo che ci sono anche io su Facebook.. ma quello che scrivo qua difficilmente collima con le mie perle facebookiane, e viceversa... ;)
EliminaAllora non sono la sola che si sente onnipotente quando osserva le formiche!
RispondiEliminaNo, credo tu sia in ottima compagnia! 😁 In generale, invece, io mi sento onnimpotente...
Eliminasplendido viaggio interiore seguendo una formica
RispondiEliminamassimolegnani
Per guardarci dentro ogni scusa è buona, in realtà. Grazie del commento, apprezzo molto 😊
EliminaIl titolo del tuo blog mi riporta in un'epoca in cui, ancora, si accettavano caramelle invece del resto. Quando, forse, i soldi non erano tutto, ma le emozioni avevano più sapore.
RispondiEliminaLa tua riflessione, poi, mi ha fatto pensare a quanto triste sia quel senso di onnipotenza che spesso ci pervade. Con le formiche, con le cose, con le persone.
Da oggi hai una lettrice affezionata in più.
Spero ti faccia piacere, e grazie.
Mi fa piacere. Molto. Ma a grandi piaceri corrispondono grandi responsabilità (cit. Spiderman) e ora scriverò ancora più di rado temendo di non essere all’altezza del tuo apprezzamento. Ma ci proverò, questo è sicuro: si scrive per questo, no? Grazie a te 😊
EliminaAhahaha
EliminaEsagerato. Abbaio ma non mordo. Chiedi a Franco che è un amico. ;)
Passa a trovarmi quando hai tempo.
Sarà un onore mostrarti casa mia.
Sai, io son Pugliese e da me si usa ancora "far vedere la casa" quando qualcuno ti viene in visita per la prima volta. Siamo accoglienti. :*
capisco..questo senso di straniamento dal mondo..questo sentirsi in qualche modo "incompleti"..deficitari di qualcosa..
RispondiEliminaanche io osservavo le formichine..mi affascinavano..
mi piace il tuo blog..lo seguo con piacere..
se vuoi vieni a visitarmi..