Visualizzazioni totali

sabato 4 agosto 2018

Il dio delle formiche


Sulla terrazza della casa al mare, osservo il percorso di una formica. Pare sappia davvero cosa fare, lei, anche quando vaga in tondo. Cerca cibo, forse, o amore, chissà. Magari la traccia di un compagno, un segno di appartenenza.
È qui, a pochi centimetri da me, per un attimo penso di schiacciarla, sentirmi Dio. Un dio potente con i deboli. Un dio vigliacco.
Decido di lasciarla andare. Chissà se lei farebbe lo stesso con me, così operosa, vedendomi invece inerte, incapace di godere di un solo istante della mia vita.
Si avvia lungo la striscia di una mattonella, un destino segnato, un percorso sicuro. Avevo sei anni quando decisi di non calpestare più quelle strisce, ero proprio qui ad Ascea. Un doc, si chiama così, disturbo ossessivo compulsivo. Allepoca pensavo invece fosse solo un gioco, un modo di decodificare la vita.
Si è alzato un po di vento, forse non vale la pena andare in spiaggia. Inizio a scrivere. Se davvero non sapessi godere dei momenti, non ci terrei così tanto a cristallizzarli in racconti. È che adoro sentirmi dio, creare la mia realtà.
Forse da qualche parte nella vita vera a volte sono felice anche io, altre volte uno stupido vigliacco. Forse lho schiacciata sul serio quella formica, sulla terrazza della casa al mare.

11 commenti:

  1. Ecco il luogo che compete agli scrittori, agli animi sensibili.. mischiare champagne con la gassosa poi non è che sia vietato, ma su Facebook certe perle diventano come formichine schiacciate, senza neanche sapere dove stavano dirigendosi, e con quali pensieri per la testolina, e quali amori a farle fremere veloci... grandissimo Giovanni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vuoi dire che scrivere dall’altra parte è un po’ da cicale? In parte è vero, ma non sempre. Per esempio, ci sei anche tu. E voglio perdermi la possibilità di averti due volte fra i commenti? Grazie, Franco, della immeritata stima ☺️

      Elimina
    2. O certo che ci sono anche io su Facebook.. ma quello che scrivo qua difficilmente collima con le mie perle facebookiane, e viceversa... ;)

      Elimina
  2. Allora non sono la sola che si sente onnipotente quando osserva le formiche!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, credo tu sia in ottima compagnia! 😁 In generale, invece, io mi sento onnimpotente...

      Elimina
  3. splendido viaggio interiore seguendo una formica
    massimolegnani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per guardarci dentro ogni scusa è buona, in realtà. Grazie del commento, apprezzo molto 😊

      Elimina
  4. Il titolo del tuo blog mi riporta in un'epoca in cui, ancora, si accettavano caramelle invece del resto. Quando, forse, i soldi non erano tutto, ma le emozioni avevano più sapore.
    La tua riflessione, poi, mi ha fatto pensare a quanto triste sia quel senso di onnipotenza che spesso ci pervade. Con le formiche, con le cose, con le persone.
    Da oggi hai una lettrice affezionata in più.
    Spero ti faccia piacere, e grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere. Molto. Ma a grandi piaceri corrispondono grandi responsabilità (cit. Spiderman) e ora scriverò ancora più di rado temendo di non essere all’altezza del tuo apprezzamento. Ma ci proverò, questo è sicuro: si scrive per questo, no? Grazie a te 😊

      Elimina
    2. Ahahaha
      Esagerato. Abbaio ma non mordo. Chiedi a Franco che è un amico. ;)
      Passa a trovarmi quando hai tempo.
      Sarà un onore mostrarti casa mia.
      Sai, io son Pugliese e da me si usa ancora "far vedere la casa" quando qualcuno ti viene in visita per la prima volta. Siamo accoglienti. :*

      Elimina
  5. capisco..questo senso di straniamento dal mondo..questo sentirsi in qualche modo "incompleti"..deficitari di qualcosa..
    anche io osservavo le formichine..mi affascinavano..


    mi piace il tuo blog..lo seguo con piacere..
    se vuoi vieni a visitarmi..

    RispondiElimina