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domenica 19 agosto 2012

1Q84 di Murakami: recensione

Allora ho appena terminato questo romanzo che ci sono due che si erano conosciuti da bambini, innamorati senza dirselo, e poi mai più incontrati nei successivi vent'anni, ma senza dimenticarsi l'uno dell'altra.

Siamo nel 1984. L'uomo ora fa il professore di matematica e lo scrittore a tempo perso, e si trova ad essere il ghost writer di una ragazzina che fa domande senza punti interrogataivi che ha scritto un enigmatico romanzo, che chissà perché scala tutte le classifiche.

Lei, invece, è una sorta di serial killer di uomini violenti con le donne.

La storia promette bene e potrebbe anche dipanarsi in maniera sensata, da qui in poi.

Invece no. D'un tratto due lune in cielo, omini magici che escono dalla bocca delle persone, superpoteri, realtà parallele.

E alla fine non succede niente. Salvo venire a sapere che addirittura deve uscire un successivo volume a breve, con la continuazione.

Figuriamoci, già ho perso dieci giorni così, che potevo leggermi il catalogo di bottega verde era meglio.

O, al limite, continuare le mie interessanti ricerche su wikipedia (v. post precedente).

Piuttosto che 'ste stronzate giapponesi. E già Murakami m'aveva fregato un'altra volta.

Ora la smetto, che sta facendo scuro, lo vedo da qui.

Ma quella alta nel cielo è la luna? E quell'altra sfera celeste lì accanto?

Sarò anch'io in una dimensione parallela?

O piuttosto si tratta della mia gonorrea dopo la lettura?


5 commenti:

  1. Naaaa.. è solo il caldo. A me ste cose così come questo romanzo non dispiacciono mica, che mi fanno sentire che anche altre persone vedono cose che io vedo spesso e che altri dicono di non vedere... solo mi paiono scontate e preferisco i tuoi post su Wikipedia.
    sam

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  2. allora volo a fare ricerche che alcuni dubbi residui sull'ibridazione uomo-scimmia, e sugli anni giovanili di Aroldo Tieri ... :)

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  3. illuminami, ti prego! :D
    sam

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  4. te ne parlerò appena troverò di nuovo il bagno occupato! :))

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  5. ...speriamo tu viva in una casa affollata, dunque.
    sam

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