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domenica 5 agosto 2012

the walking dead

E' come quel tizio, il Paolini, che si piazza davanti alle telecamere in ogni occasione.
Quello che lo vedi sullo sfondo, capelli lunghi, occhiali e faccia di cazzo.
Quello che ti chiedi come mai non abbia mai niente di meglio da fare.
Quello che lo prenderesti a calci in culo, perché senza alcuna ragione ti distrae dalle cose serie.
Un tipo così esiste anche per i blog.
Uno che si intrufola nei blog dimenticati, e ogni tanto posta qualcosa, così, tanto per scrivere.
Perché a volte succede che il titolare del blog muoia, ma i lettori non lo sanno.
Allora periodicamente si affacciano, vediamo se c'è scritto qualcosa di nuovo.
Intanto l'autore del blog è già cibo per i vermi.
Tante volte capita, però, che il blog venga aggiornato comunque.
Come? E' il Paolini del blog.
Non so quale sia il suo nome, in realtà.
So solo che si infila chissà come nella gestione di blog un tempo interessanti, divertenti, e ora abbandonati per mille ragioni, si rilegge i vecchi post e prova a farne di nuovi sulla stessa falsariga.
Ma, è ovvio, non ci riesce affatto. E forse non gli interessa nemmeno, essendo il suo scopo soltanto quello di segnare un'altra tacca sul suo carnet di lettori ingannati.
Non scrive cose nuove. Scimmiotta lo stile e gli argomenti dell'autore, e se qualcuno commenta come se il post fosse veramente del titolare, lui se la ride di gusto.
Per esempio, c'era una volta un blog chiamato "il contrario di tutto".
Non c'erano argomenti fissi, ma certuni ricorrevano, tipo aneddoti sulla figlia dell'autore, sul tempo che passa. Poi l'autore morì di fame perché in agosto, uscendo a buttare la spazzatura, un colpo di vento fece chiudere la porta alle sue spalle e le chiavi erano rimaste dentro. Così restò sul pianerottolo per diversi giorni senza che nessuno lo trovasse, e quando finalmente il vicino di casa rientrò dalle vacanze era già cadavere.
Allora il Paolini dei blog si impossessò del contrario di tutto, gli cambiò anche nome (due caramelle di resto) e piattaforma, e si mise a scrivere dei noiosissimi post che se volevano far piangere facevano ridere e viceversa. Così insultò la memoria e la reputazione dell'autore, ma lo tenne in vita, almeno virtualmente.
Gli diede la postuma illusione di esserci ancora, di dare e avere un senso.
Fino a quando - come al Paolini vero - qualcuno gli mollò una pedata nel sedere, perché davvero non se ne poteva più di quello scimmiottare, e lo mandò a quel paese, almeno per un po'.
E l'autore si riprese la scena, almeno fino al prossimo agosto e al prossimo colpo di vento.

P.S. Maledetta differenziata.
Ma da domani sul pianerottolo esco col sacchetto giallo in una mano e nell'altra una scorta di panini.

3 commenti:

  1. Sto Paolini però... c'ha talento, perchè inganna benissimo, mi pare. Mi piace farmi ingannare da sto Paolini, lo confesso. IN merito alla differenziata, penso che una buona soluzione potrebbe essere quella di portarsi le chiavi, sul pianerottolo, salvo poi fare attenzione a non buttarle con la spazzatura.
    sam

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  2. sei tu che fai la differenza, qui.
    Paolini te ne è grato.

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  3. la gratitudine è reciproca e sinceramente sincera, ma la differenza la fa chi posta i post, che sia Paolini o chicchessia... che a me mi piacciono.
    sam

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